5 febbraio festa di sant’Agata – la santa tanto cara ai catanesi che è anche la titolare della nostra parrocchiale.
Vissuta, secondo la tradizione cristiana, tra il III e il IV secolo d.C. – è sconosciuta e venerata in molte città e paesi della nostra penisola. Nobile e ricca di famiglia le fonti raccontano che la giovane si consacrò a Dio all’età di quindici anni. E proprio per questo amore profondo subì il martirio con lo strappo dei seni – simbolo della femminilità e della maternità – e poi definitivamente uccisa su un letto di carboni ardenti. Difficile pensare alla sua morte senza provare un senso di orrore e di pietà. Difficile anche pensare, ai giorni nostri, ad una giovane che muore per restare fedele ai propri principi e alla propria scelta di vita. Difficile ma non impossibile come lo è stato per la giovane Agata nell’epoca in cui è vissuta. Molti sono gli artisti che si sono cimentati nel ritrarla alcune volte anche producendone più copie nel corso della loro produzione artistica.
Il pittore spagnolo Francisco de Zurbarán che visse a cavallo tra il 1500 e il 1600 ritrasse sant’Agata una sola volta ma il risultato è di una bellezza e profondità unica.
Ritratta come una giovane nobildonna, con abiti molto eleganti da cui spicca la camicetta gialla simbolo della ricchezza non tanto della sua condizione sociale quanto del suo cuore. Così come delicate sono le perle che porta al collo e tra i capelli simbolo di castità e purezza d’animo. Il lungo mantello rosso vivo che porta sulle spalle ricorda il sangue versato durante il martirio. Nelle mani stringe le estremità di un pianto d’argento su cui sono appoggiati due seni perfettamente uguali che ricordano il modo in cui è stata punita per la sua reticenza al volere del console romano e che sono divenuti il suo simbolo iconografico. La luce che incornicia il viso che guarda il fedele che davanti alla sua immagine invoca il suo aiuto stride con lo sfondo nero e scuro su cui è appoggiata la figura. E’ l’eterna lotta tra la luce e le tenebre, tra il bene e il male, tra chi accoglie il dono della grazia e chi lo rifiuta.
Non è difficile provare tenerezza per questa giovane figura, a lei chiediamo di aiutarci ad aprire il nostro cuore alla semplicità e alla bellezza delle cose; di armarci del coraggio necessario per affrontare le difficoltà del quotidiano; di scegliere senza esitare l’amore per Cristo consci che solo attraverso la forza della fede possiamo resistere all’impetuosità della vita.